A loucura

Sul comodino accanto a lei, nel buio, giaceva un lungo coltello da macellaio, che nelle ore di luce affilava e lucidava con cadenza ossessiva. Il tenerlo sempre vicino era un’abitudine che aveva preso da anni, ma non l’aveva mai usato. La notte la trascorreva quasi tutta sveglia, con gli occhi sbarrati e i tendini tesi, le orecchie bene aperte, le ossa pronte a scattare verso l’arma. Il silenzio e il buio per compagni, seduta nel letto fissava il vuoto per ore, in attese sempre vane di un pericolo che forse non sarebbe arrivato mai. Aspettava. Solo con l’apparire dei primi bagliori dell’alba sentiva venir meno ogni forza, e crollava in breve sonno gravido d’incubi, mentre già cresceva in lei il timore della prossima notte.

 

Opossum

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