J&B

Vedi, so cosa dice la gente di mia figlia ma secondo me sbagliano. Sua madre non era così e lei ha solo avuto la sfortuna di perderla e frequentare brutta gente per questo.

La solita storia del vecchio con la figlia zoccola. Sta sempre qui fino a tarda sera e a turno, quando la bevanda fa effetto, attacca un’arringa difensiva sulla figlia a discapito di un povero cristo che vuole solo bere.
Stasera ha scelto me.
Roteo il bicchiere di J&B come fanno i sommelier, quasi se come questo mio gesto possa darmi la forza di voltarmi a destra per guardarlo e rispondergli. Roteo il collo e proprio allora lo stronzo fa uno sbuffo, oh soave odore di alcol mischiato a fumo e denti marci.

Porco cazzo vecchio! Dovresti riguardare la tue abitudini di igiene orale.
Riapro gli occhi chiusi per il buon aroma del suo alito e lo vedo lì in tutta la sua miseria. Le descrizioni non sono il mio forte quindi facciamo che vi immaginate il vostro stereotipo di scheletrico vecchio ubriacone e siamo a posto.

Tu la conosci mia figlia ?
Non così a fondo ma credimi vorrei condividere il privilegio che hanno avuto in tanti.
È una brava ragazza, andava a scuola.
Delle basi inattaccabili.
Non è vero quello che dicono.
Che dicono ?
Non lo sai ?
No.
Dicono che è una puttana! Il suo tono sembra quello dello sceriffo ligio al dovere che dice ai fuorilegge di andarsene perché la sua città non è in vendita. La cosa mi fa ridere, lui tra il bagliore dell’anice lo nota.
Perché ridi ?
Ti arrabbi per poco. Tua figlia non è una puttana, è semplicemente stupida. Sarebbe capace di farsi scopare da un barbone con la scabbia se questi gli dicesse che è un medico e deve rimuovergli con il cazzo il tumore che sta crescendo nella sua vagina.
Perde lo sguardo alle mie spalle, poi accenna un sorriso. La spiegazione deve essergli piaciuta. Se è stupida non può essere zoccola e lui preferisce la prima alla seconda.

Mi alzo lascio gli spicci per il JB e un altro anice per il vecchio, un cenno di testa e il barista fa sisi con la testa. Il vecchio capisce un cazzo invece, me ne vado e nemmeno se ne accorge.

Non abito lontano e dopo quarantasette passi sono all’entrata del palazzo. Dietro al portone c’è una piccola stufa in ghisa che ho sgraffignato da un ferro vecchio perché l’inverno sta arrivando, dovrei salirla su ma pesa.
Ho pregato Gesù per avere +5 in forza e +3 in destrezza ma niente.
Le scale puzzano di polvere settecentesca, siamo rimasti in pochi qui dentro. Quelli che amano la luce elettrica e l’acqua corrente sono andati via da un pezzo.

Vado subito vicino al letto, lo sposto, alzo la piastrella e tiro fuori il portatile: sì, ci entra un portatile là sotto.
Faccio un rapido giro porno, parlare della zoccola mi ha messo stizza.
Becco una roba decente, finto amatoriale con una zia russa che si fotte il nipotino russo che ha già un bell’affare depilato. Skippo direttamente sul finale, la tiene a pecore e va giù di sodomia, ormai è partito e finché non arriva a Berlino non si ferma.
Alla fine ci arriva e parcheggia sul culo della zia.

La mia mano e appiccicosa, vado in bagno ma oltre i latrati dal lavandino non esce niente.
Congiungo le mani e prego Gesù affinché mi dia +45 in conoscenza idraulica.
Ma niente ancora, non faccio altro che duplicare il mio problema.

Slon