L’intravisto

L’autobus era partito da pochi minuti.

Quando cominciava esattamente la storia di oggi? E come si svolgeva?

La comparsa non se lo ricordava. Aveva da sempre la brutta abitudine di leggere i copioni solo superficialmente, o di non leggerli affatto. La cosa aveva già creato problemi in passato, ma lei non riusciva proprio a ravvedersi. Scrutò le altre comparse, in cerca di indizi su come dovesse comportarsi, ma non incontrò nessuna verità particolare. Alla fine decise di indossare un’espressione qualunque e si mise a guardare per finta l’enorme scenografia attraverso il finestrino, persa nelle sue fantasie personali.

Poco dopo l’autobus si fermò, aprendosi a una giovane donna dallo sguardo velato di lacrime. La porta automatica si richiuse quindi con uno sospiro meccanico, lasciando intravedere per un istante un ragazzo dall’espressione confusa e sconfitta, in piedi alla fermata. Non un’interpretazione memorabile, ma nessuno se ne accorse.

Il tempo di girare l’angolo e il veicolo si fermò nuovamente. La giovane donna, che ora non piangeva più e sembrava scocciata, scese velocemente seguita da tutti gli altri figuranti. Al loro posto salirono le persone normali, con il loro chiacchericcio e i loro problemi, e l’autobus riprese il suo giro abituale.

La comparsa era ancora al suo posto, lo sguardo bene a fuoco sul nulla, e non si accorse minimamente di tutto ciò. Rimase seduta e continuò a recitare a lungo, fantasticando del giorno in cui sarebbe stata finalmente ingaggiata per un ruolo da protagonista, su come sarebbe stata emozionante e diversa e indimenticabile la sua storia.

 

Kire