La Schizofrenia nell’era degli Artisti

A controprova della massima che recita “I manicomi sono pieni di gente che crede di essere Napoleone” c’è il Signor Ottavio, il mio vicino di pianerottolo, il quale prova che gente che crede di essere Napoleone la si trova anche a piede libero.

Per una qualche congiunzione astrale ci incontriamo in media due volte al giorno, sempre in ascensore, costretto mio malgrado a condividere la sua poco piacevole compagnia in quei quaranta secondi che vanno dal piano terra al quarto piano.
Dal basso del suo metro e cinquantotto mi osserva lentamente e con fierezza militare come se stesse cavalcando un poni bianco, facendo avanti e indietro sul quiete e piovoso campo di battaglia puntando gli occhi sulla sua prima linea di carne da cannone.
Il suo sguardo mi percorre dalla punta dei piedi a quella dei capelli.
I miei di occhi sono fissi sui suoi pochi e unti capelli, schiacciati dal gel in un imbarazzante riporto. Un gel dall’atroce odore di mandorle, talmente forte da impestare l’ascensore e i miei sensi.
L’elegante completo e le scarpe nere lucide lo fanno sembrare un Joe Pesci più basso e meno divertente.

Ricordati, mi dice, mai iniziare una guerra di terra in Russia.
Me ne ricorderò.
Bene.

Arrivati al quarto piano, resta in ascensore, con posizione fiera, il braccio destro piegato dietro la schiena e il sinistro tenuto rigido in giù con mano chiusa a pugno. La porta si chiude e l’ascensore lo rispedisce al piano terra.

Il mio insegnante di scrittura creativa suggerisce di ispirarsi alle persone che incontriamo tutti i giorni per creare i nostri personaggi, usare doti di deduzioni come Sherlock Holmes, ma non per risolvere crimini bensì per capire e creare un profilo di chi ci circonda. Dopodiché gli do i quarantacinque euro per l’ora di lezione.
Il signor Ottavio sarebbe un buon personaggio per un romanzo ambientato in ascensore, dove un vecchio rincoglionito consiglia tattiche militari ai condomini.
Il mio insegnate di scrittura creativa suggerisce di scrivere utilizzando il seguente schema: Introduzione, avvenimento che da il via alla trama, soluzione e finale. Dopodiché mi chiede i quarantacinque euro per l’ora di lezione.

Introduzione:

Vecchio demente disturba i condomini occupando per ore l’ascensore.

Avvenimento:

Le corde dell’ascensore si spezzano quando l’ascensore si trova casualmente all’ultimo piano, l’ascensore va giù fracassandosi con un tonfo trionfale e uccidendo il vecchio.

Soluzione:

I condomini chiamano qualcuno per ripulire il casino e costruire un nuovo ascensore.

Finale:

I condomini ora felici usano il nuovo ascensore senza qualcuno che li molesti.

Cercando di non essere troppo prolisso, dovrei essere sulle tre pagine e mezzo.
Il mio insegnante di scrittura creativa, su Facebook mi dice che tre pagine sono un buon inizio e che il grande G.G. Martin afferma che ogni grande racconto inizia in un piccolo ambiente, come una minuscola stanza o, per l’appunto, un ascensore. Dopodiché mi manda in link del suo ultimo ebook, un fantasy che si rifà alla mitologia africana, un campo ben poco esplorato. Solo solo 4.99, dovresti leggerlo, ti sarà molto utile.

Posto le mie tre pagine e mezza su un forum di aspiranti scrittori, l’admin mi chiede perché il mio protagonista non usa le scale. Gli faccio usare le scale. Un altro mi critica per l’irrispettosa figura delle persone anziane nel mio racconto e io ci vivo con le persone anziane, i miei due nonni, brutto figlio di puttana. Elimino il Signor Ottavio.
Ora ho solo mezza pagina.
Mezza pagina di un tizio che usa le scale.

Il mio coinquilino mi chiama dal salotto.
Guarda questo video, face sitting, uno stronzo steso sul letto e una troia senza pantaloni e mutande siede sulla sua faccia. Seicentomila-trecentoventisette visualizzazioni. Quindici minuti di camera fissa e il fuoco e pure sbagliato, per non parlare dell’apertura. Intanto il mio corto su YouTube è ancora fermo a ventotto visualizzazioni. Dopodiché mi chiede se, a proposito, gli ho lasciato un Mi Piace.
Tutta una Mafia, aggiunge, anche il Sundance Film Festival. Mafia.

Una delle mie caratteristiche è il soffrire di un certo tipo di schizofrenia, la mia testa è abitata da un buon numero di gente che vive le loro vite e queste sono di molto più interessanti della mia.
Il mio insegnante di scrittura creativa dice che questa è un’ottima cosa e che dovrei usarla, scrivere di questa gente quando non trovo ispirazione nella realtà. Dopodiché mi chiede se ho comprato il suo ebook, 4.99 sono un prezzo abbordabile dopotutto.

Il personaggio che abita nella mia testa e che preferisco sopra ogni altro è Burke, irlandese emigrato a New York negli anni venti. Tutto d’un pezzo Burke, si è creato un nome in poco tempo e la sua capacità di risolvere ogni problema l’ha portato nel libro paga di ogni alta personalità newyorchese che può permettersi di avere a libro paga un risolvi problemi.
Ci sono da far sparire tre italiani nel Queens, chiamate Burke.
C’è da ripulire un casino giù a Staten Island, chiamate Burke.
Ehi Burke! Due stronzetti hanno ripulito la casa di Battaglia, il mio barbiere, un brav’uomo. Vedi un po’ cosa fare.

Burke non parla mai, annuisce e tre ore dopo tutto e risolto. Indistruttibile e immortale Burke.

Il mio coinquilino mi fa notare come Burke somiglia al Mr Wolf di Tarantino, quindi non è che sia chissà quale originalità. E parlando di Tarantino, la sua fortuna sta nel suo nome, Quentin Tarantino, un nome mezzo francese e mezzo italiano, facilmente vendibile. Parliamoci chiaro, Eccetto Jackye Brown ha fatto mai qualcosa di decente ? Dopodiché mi chiede se gli ho lasciato il fottuto mi piace, eccheccazzo devo pregarti ?

Nella mia testa Burke viene trovato morto dalla NYPD nei pressi di Forest Hill, tre coltellate al petto.

Scoraggiato chiudo Open Office, vado su un sito random di news, in primo piano c’è un video di una tizia finita in ospedale per aver avuto un orgasmo di due ore, il video è stato girato e caricato su YouTube dal marito col cellulare, diventando virale in manco mezz’ora.
Dove essere un ottimo smartphone, dice il mio coinquilino, nota la disposizione dei colori.

Rifletto su quanto s’impenni la stupidità quando hai a disposizione un dispositivo che filma tua moglie avere un orgasmo di due ore in una stanza privata d’ospedale e condivide all’istante il video col resto del mondo che dovrebbe stare dietro la porta di quella stanza.

Sarebbe un buon tema su cui scriverci qualcosa. Potrei chiedere consigli al mio insegnante di scrittura creativa.
Dopodiché lui mi direbbe Diocristo mandami subito il link LOL! Devo passarlo a mio cugino.
Ehi coz! Guarda un po’ ‘sta troia!

Slon