L’astrazione dei treni [ultimo tratto]

= Sono uno scrittore.
rispondo invece.
– Interessante. Uno di quelli famosi?
= No, uno di quelli falliti.
– L’avevo detto che lei era simpatico.
= Sì, l’avevo sentito la prima volta.
Ma non sente l’ultima frase. Il suo sguardo è già concentrato sulla giovane carne malamente coperta attorno a noi. D’un tratto non ne posso più. Sono a cinque fermate dalla destinazione ma CHISSENFREGA. Raccatto le mie cose.
– Scende già?
= È forse anche troppo tardi.
– Mi spiace rinunciare alla sua compagnia. Se aspetta e scende con me fra un paio di fermate, le posso far conoscere un bell’angolo nel parco…
E che, non lo sapevo?
= Lei è un individuo raccapricciante. Sono lieto di aver fatto la sua conoscenza, mi creda.
E alzo, con estrema gioia, il culo dal sedile.

 

Opossum

L’astrazione dei treni [terzo tratto]

Sabato pomeriggio, ai margini del centro città: significa torme di studenti e soprattutto studentESSE pericolosamente adolescenti che si spostano verso le zone più chic. Com’è che non l’ho capito subito?
– È il massimo per un vecchio pedo infoiato come me.
Ovviamente non ha detto questo. Non ho la minima idea di cosa abbia detto realmente, io ho registrato solo quello che intendeva realmente dire.
= Capisco perfettamente la situazione, sì.
– Lei approva queste mode nei vestiti d’oggigiorno, così parche di tessuto? Io sì.
= Mentirei se dicessi di no.
Me ne rendo conto, del resto. Il vecchio ha una strana luce felice negli occhi. Ha riconosciuto un simile? Bravo coglione, mi dico.
– Mi dica, che lavoro fa?
“Sono nella buoncostume”. Sarebbe una bella risposta.

 

Opossum

L’astrazione dei treni [secondo tratto]

– Non credo di averla mai vista qui, il suo viso mi è nuovo.
= Ho fatto un lifting l’altro ieri.
– Sul serio?
= …no. È che non sono di queste parti, è solo la seconda volta che prendo questa metro.
– Oh, divertente. E le piace?
Grazie a lei, in questo momento preferirei stare dal dentista. O dal proctologo. O entrambi.
= Grazie a lei, in questo momento è molto meglio di un giro sulle montagne russe.
– E le cose miglioreranno.
Come no.
– Perché sa che fermata è la prossima?
= Beh, è il centro citt…
… O. Mio. Dio.

 

Opossum

L’astrazione dei treni [primo tratto]

– Permette?
= Se deve.
– Le metropolitane mi rendono nervoso. Tutte queste tonnellate di terra sopra di me. Ma  non posso camminare per chilometri, le pare?
= Mi pare.
Ci sono almeno una decina di posti liberi, proprio accanto a me ti dovevi sedere, vecchio? Fottiti.
– E allora mi siedo vicino alla prima faccia che mi ispira fiducia e la martirizzo.
“La martirizzo” è il mio eufemismo per “gli fracasso le gonadi”, che a sua volta è la mia traduzione di “ci faccio quattro chiacchiere”. Che è quello che il vecchio ha effettivamente detto.
= Onorato di avere una faccia che le ispira fiducia.
– Lei è simpatico.
= Come può dirlo? Ci conosciamo da trenta secondi scarsi.
– Oh, non sia modesto.
Questo sarà il più lungo viaggio in metro della mia vita.

 

Opossum