#PILLOLELDCDS 5

Carnival Cunt, il suo nickname.
Simpatici i siti d’incontri, un catalogo di facce, puoi sfogliarlo come quello dell’IKEA e scegliere il Lack fatto apposta per il tuo soggiorno.
E come per il Lack non leggi la descrizione, niente altezza, larghezza, lunghezza, peso o colore. Decidi solo con la foto se cliccare o no “compra”.
Carnival Cunt aveva scelto un autoscatto ben riuscito, mostrava il suo viso rotondo, pelle color perla, un ferro nel naso, diversi nelle orecchie, Ray Ban davanti occhioni azzurri, capelli tinti rosso forte.
E Carnival Cunt è un nickname dannatamente divertente.

Mi scrive che i suoi occhiali non sono da vista ma da ornamento.
Mike McCready è il più grande chitarrista di sempre.
Si incazza perché non ho la minima idea di chi sia.
Linka una decina di canzoni, fanno cagare tutte.
Sì domani sera sarebbe bello prendere un caffè.

Il culone era ben nascosto nella foto, i capelli hanno una ricrescita nera. Due dettagli che apprezzo.

Fondamentalmente è solo lei a tenere vivo il discorso.

Apatia. Apatia. Apatia.

L’emisfero destro si fa pesante, il fischio sordo che penetra le mie orecchie zittisce la sua voce, entra in testa prende i miei pensieri portandoli lontano, tipo quella volta che nel 96 quando spaccai col pallone lo specchietto destro di un’auto, un senso di colpevolezza, paura e vergogna mi stringe il collo, qui, diciassette anni dopo come allora.
La ragione alza la voce, fa notare il ridicolo della situazione, il fischio la zittisce immediatamente. Le ricorda quando odio mio padre.
Le ricorda ogni momento vissuto nel terrore di deluderlo, ogni decisione sbagliata o rimandata all’infinito solo per non deludere lui.
La ragione ora urla che è colpa di mio padre se questa è la prima e l’ultima volta che vedo Carnival Cunt, è colpa sua se la vita non è facile, è colpa sua se non ho mai avuto una motivazione qualsiasi che mi spingesse a migliorarmi, è colpa sua se prima di fare qualsiasi cosa affogo nell’ansia.

Odiare le persone è più facile che amarle o semplicemente sopportarle.

E non sopporto più Carnival Cunt, non sopporto il suo continuo tentativo di trascinarmi nella conversazione.
L’orgoglio fa squadra col fischio e con la ragione, urlando che non ho bisogno della sua compassione. Cercare di farmi parlare non è una cura per la sua noia ma compassione per me.
Cosa curiosa l’orgoglio.

Anche lei è stanca e gentilmente si congeda. Finalmente.

Niente stronzate nichiliste e altra roba da lauree fruttuose, semplicemente accade questo quando hai tre cose che urlano nella tua testa.

Slon

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