Pink elephant

Walker Texas Ranger che se la vede col cartello messicano.
A modo suo. Mentre siedo sul divano.
Alla maniera del Texas. E’ un piacere guardarlo.
In Texas la gente può dormire con la porta aperta e il post-it con il PIN del conto corrente attaccato al frigorifero. C’è sicurezza in Texas.

Il suo riflesso è ancora stampato sullo schermo della televisione, copre le sicure strade del Texas.
È andato via da mezzora lasciando una metaforica scia di sangue e merda sul pavimento.
Ha lasciato anche quello che tengo sulla lingua in questo momento.
Le impronte delle sua scarpe lampeggiano alternando un rosa e un viola alla luce di neon.

Dal tetto nevicano capelli di ogni colore, hanno ormai coperto il pavimento per intero.
Spengono il lampeggiare delle impronte.
Una folata di vento porta via i muri di casa mia come se fossero di sabbia, all’esterno i cieli sono neri e in tempesta, il mio vulcano di quartiere, di cui realizzo l’esistenza solo ora, sta eruttando con violenza inaudita.
Si squarcia in due grosse metà, lo schizzo di lava si protrae in avanti, uno tsunami arancione che affoga il mondo.
Dalle due estremità del vulcano spaccato una gigantesca mano emerge, le mancano quattro dita, ha solo il pollice, tenuto retto in avanti. I motori a reazione alla base del polso la spingono su verso il cielo fino a farla diventare un lontano puntino nero.
Le due estremità collassano nel terreno, assordando qualsiasi altro suono e innalzando una nebbia di polvere nera.
Lentamente dalla nebbia spunta un feroce sole rosso, davanti al sole volano tre elicotteri, appesi con lunghe corde ci sono tre grosse statue di pietra grezza che raffigurano degli angeli. Una per elicottero. Sono appese per il collo.
Volano sopra la mia testa smuovendo il tappeto di capelli che copre il pavimento.

Il pavimento è una spessa lastra di vetro, sotto si estendono le infinite meraviglie degli abissi che non sono poi così meravigliose se non hai una torcia per illuminare tutto quel buio.
Dovrei comprare una torcia e puntarla in basso verso i miei piedi, osservare ogni forma di vita là sotto ma so che finirei per annoiarmi presto e non vorrei passare giorni a tormentarmi per aver sprecato soldi per una torcia.
E comunque qual è il senso di osservare dei pesci che nuotano ? E come osservare persone che instaurano relazioni sociali in un pub, solo che in un pub non hai bisogno di una torcia. Non ha senso avere una torcia in un pub.
Una grossa crepa si apre sulla lastra di vetro, lentamente la percorre per tutta la sua larghezza.
Tre bestie volanti, giganteschi elefanti rosa con ali, monocolo, cilindro e una grossa tromba al posto della proboscite volano sulla mia testa.
Annunciano con grossa voce che l’Apocalisse è vicina.

La lastra di vetro esplode in innumerevoli pezzi, il mio divano galleggia sulle acque nere e mosse, una gigantesca saponetta rosa emerge e si piazza davanti a me a mo’ di monolite.

Realizzo immediatamente di trovarmi davanti alla presenza di Dio.
Chino il capo in segno di rispetto, congiungo le mani in preghiera e lo ringrazio per il dono della morte, di come il ticchettare delle sue lancette dia valore ad ogni cosa al mondo.
E’ lo scoccare del tempo che detta il valore e se la vita di ogni uomo è una attesa, lo ringrazio per avermi messo nella migliore delle waiting room.
Sento la sua benignità e vengo unto dallo Spirito Santo. Ha il sapore di dolci odori di camomilla e un senso generale di buono.
Comprendo il significato dell’universo, della vita e di tutto quanto.
È qualcosa che ha a che fare con lenzuola rosse.

Cado in un sonno profondo e senza sogni, mi risveglio dopo giorni.
Riposato e sazio di sonno.

Slon

One thought on “Pink elephant

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.