Quale non fu la nostra sorpresa quando trovammo una batteria d’auto abbandonata accanto al cancellino

Venti anni fa via Pace era la via più desolata di Manerba. Non tanto d’estate – quando era pregna di chiassose comitive teutoniche, nederlandesi o similari – quanto d’inverno. Il rigidissimo inverno mite basso gardesano.
Via Pace è l’ultimo anfratto asfaltato della Pieve dopo aver svoltato per via Giuseppe Verdi. Via G.V. si interrompe a un certo punto, a ridosso del lago, gira su se stessa e torna indietro (un po’ come a Venezia, dopo che avete attraversato il Ponte della Libertà e arrivate a Piazzale Roma). A destra c’è un minigolf. Nascosta dietro il minigolf, via Pace.
Via Pace, come dice il nome, costeggiava, e costeggia tuttora, duecento metri circa di riva gardesana, più o meno settanta metri all’interno. Non sbuca da nessuna parte, interrompendosi contro un cancello che venti anni fa era bianco e che oggi forse, chissà, potrebbe pure essere giallo. Non sono sicuro che fosse bianco all’epoca. Magari è bianco oggi ed era giallo allora. Dietro quel cancello c’era un residence, perchè via Pace era, ed è, in sostanza questo: un breve sfilare di residence composti da piccoli appartamenti e piccoli garage, popolati da tedeschi d’estate e d’aria stantia d’inverno. Questi edifici, che hanno qualche decina di anni, sono l’unica separazione tra la ghiaiosa riva lacustre e la via Pace propriamente detta, una striscia d’asfalto larga a malapena quanto un SUV.
Questa via ha oggi perso tutto il suo fascino, perchè veramente non ci sono che residence da quattro soldi e i loro garage. Ma ieri, venti e più anni fa, quando la cortina di ferro era ancora integra, via Pace d’inverno era un luogo da cartolina infernale. Ci abitavano sì e no una mezza dozzina di custodi con famiglia, il lago di gennaio si rivelava una cornice di una tristezza sconfinata (i pontili, Dio mio, cosa non parevano i pontili d’inverno), e soprattutto la via era deserta e pareva Belgrado dopo un bombardamento. C’era un edificio bellissimo, che mi dicevano essere un ex-supermercato, abbandonato dagli anni ’70 e mezzo crollato (oggi non c’è più, c’è un piazzale con dei garage); dietro, alcuni buchi per auto (cit.) pressochè inutilizzati con le erbacce nel selciato. C’erano un sacco di altre bellissime brutture.
Ci sono passato di nuovo qualche tempo fa. Ok, non è inverno, ma è comunque bassa stagione. Ma ora è tutto dannatamente terzo millennio, via Pace è stata in gran parte restaurata; è ancora squallida ma di un certo qual triste squallore moderno. Non c’è più quella sincera aria di decadenza secondomondistica.
Via Pace faceva schifo, e mi piaceva. Adesso fa schifo tout court. Vaffanculo.

Opossum

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