Queer

Decisi di farmi la barba.
Nella mia vita, a seguito della scelta di radermi non più di una volta al mese, sono stato apostrofato con diversi appellativi. Una summa di tutti può sintetizzarsi nella frase: fai schifo al cazzo, vai dal barbiere perdddio!

Così quel giorno realizzai che sì, un po’ schifo al cazzo lo facevo. E decisi di radermi.
Mi ero portato una rasoio elettrico da casa e un paio di forbici, il piano era andare in bagno, sfoltire il grosso con le forbici e finire il tutto con il rasoio.

La sfoltita con le forbici fu lunga e piacevole, canticchiai mentalmente diverse canzoni e ne scrissi, sempre mentalmente, circa quattro.
Quando afferrai il rasoio ero felice come è felice un uomo che è a tre quarti d’opera.
E lì scoprii che in Inghilterra non è d’uso mettere prese di corrente nel bagno.

Oh perché sì, ero in Inghilterra, a Corby Glen.
Un giorno potreste rendervi conto di non aver mai vissuto in un villaggio inglese e decidiate di rimediare, facendo i bagagli.

Pensai all’inganno che le facili battute sull’assenza del bidè generava da decenni, uno andava in Inghilterra mentalmente preparato e allenato a pulirsi il culo senza l’ausilio dell’acqua (e non è poi questo gran dramma, fidatevi) ma non c’era nessuna battuta sull’assenza delle prese della corrente ad avvisarti che saresti rimasto nel cesso come un coglione con la barba pezzata.
Rifiutai di cadere nel panico, in camera avevo uno specchio e quattro prese della corrente.

Mentre mi radevo soddisfatto seduto sul letto e con il grosso specchio di fronte fissato al muro sentii i passi del coinquilino davanti alla mia porta.
Non mi serviva essere telepatico per leggere i suoi pensieri che avevano più o meno tutti a che fare con l’armeggiare di vibratori e cazzi di plastica vari.

Quando uscii dalla stanza era ancora lì tra il divertito e il curioso.
Avrei voluto dirgli tutta la storia della corrente nel bagno, non ci sono prese lì e quindi questo dimostra che tu puoi anche mantenere una solida egemonia per cinque secoli, invadere e conquistare ogni singolo posto di questo mondo, fondare un Impero, vincere due guerre mondiali, riconquistare due puntini d’isola all’altro capo del mondo, mantenere ancora un’influenza nei costumi mentre la tua egemonia svanisce in favore di altre potenze ma mai, e dico mai, ti verrà in mente di mettere una tripla nel cesso mentre ti costruisci la casa.
Ma lasciai stare, probabilmente avrebbe capito e mi avrebbe mostrato la sua collezione di vibratori.
Era mezzo canadese, e in camera ne aveva parecchie di prese elettriche.

Decisi che mi meritavo una pinta.

Frequentavo un pub losco, frequentato da vecchi loschi e gestito da un tizio di nome Ronny. Aveva un occhio nero e uno marrone. Non losco ma quasi.

Mentre bevevo la mia meritata pinta il vecchio losco di fianco a me mi rivolse la parola:
Do you like the cricket ?
Allora mi accorsi che in tv c’era una partita di cricket. Cricket, in tv, e c’era anche gente a vederlo lì dal vivo. A quel punto mi chiesi come hanno fatto a vincere due guerre mondiali se oltre a non usare le prese della corrente in bagno guardano il cricket in tv e dal vivo.
A tutt’oggi non ho trovato risposta.

Not really, sorry.
Are you a queer ?
No sir ( anche se il mio coinquilino testimonierebbe contro di me).
I knew a guy once, he doesn’t like the cricket and he was a queer.
But I’m not a queer, sir.
Where are you from ?
Italy.
Italy, my brother was in Italy during the war…
Oh cool…
…he raped four italians girl.
Och…
But I think it’s all bullshit, he never loved the cricket. He was a queer.

Andai via appena la pinta fu sparita, ringraziando Dio per avermi donato un’altra giornata interessante.
Perché questo è l’importante.

Slon

2 thoughts on “Queer

  1. Piaciuto molto, ti viene meglio questo registro rispetto a quello serioso, secondo me. L’ho letto davvero volentieri ed alla fine ne volevo ancora.

    Ah, se il mio inglese non mi inganna, piccolo refuso alla fine :farelapuntaalcazzo:

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