Quel tipo di sicurezza (parte 3)

Mi squadra preoccupato. Non sono certo io che lo preoccupo ulteriormente ma si sta chiedendo, la domanda gli pulsa violentemente sulla vena al lato destro della fronte, chi è questo e può in qualche modo peggiorare la situazione con la vacca ?
Che vuoi ? Brusco, scozzese e cafone.
Salve, sono delle Direzione. Tiro fuori dalla tasca un biglietto da visita di carta dura, glielo mostro per una frazione di secondo, il suo cervello non può fare alcuna associazione in così poco tempo ed accetta di buon grado che sono l’uomo della Direzione. In realtà quello è il biglietto da visita del Salieri, un ristorante per niente male sulla Garand. Funziona da dio comunque, specialmente con i coglioni. Mi sento come il Dottore quando usa la carta psichica.
E che vuole ? Ora mi da del lei.
C’è qualche problema ?
No.
Ho sentito delle urla, come un litigio.
Avrà sentito male.
Ha tre bei graffi sulla guancia sinistra, regalo delle unghie di Rut. O Ruth con la H ? I nomi non sono proprio il mio forte.
Sarà così forse, posso fare qualcosa per lei ? Per scusarmi della mia visita improvvisa e, lo so, disturbante ?
No grazie.
La prego mi venga incontro, scendiamo al bar e le offro da bere, abbiamo degli eccellenti liquori.
Nel suo sguardo leggo un misto di felicità e paura. Si volta indietro e guarda nella stanza e lì lo noto! Si intravede un piede enorme, nudo e livido. Il resto del corpo è coperto alla mia visuale dal muro che dio lo benedica, ma quel poco mi fa già provare disprezzo per la vacca. Sarà spaparanzata in poltrona ad aspettare il marito per il secondo round.
Mentre osservo con disgusto i secondi passano lenti, nemmeno mi accorgo dell’amichetto scozzese che schizza fuori e dio lo abbia in gloria chiude la porta salvando i miei occhi da quel piede.
Ha messo anche il cappotto.

Il tipo non è difficile da analizzare. È un povero coglione che le prende dalla moglie, fa un lavoro di merda e in qualche maniera deve sfogare. Può scegliere di ubriacarsi con uno sconosciuto o di picchiare una prostituta.
Per sua sfortuna ha scelto il passatempo sbagliato stasera. Ma una cosa gliela concedo, regge bene l’alcol lo scozzese. Siamo già a cinque giri e non accusa il colpo.
Sorride e fa battuta, risulta quasi simpatico e comincio a provare compassione per lui.
Ah, si chiama Edward.

Mia moglie, zoccola, ci vorrebbe tre cazzo di sub per ritrovarle la figa in quel mare di lardo. Dice a denti stretti. E’ una tortura anche in vacanza. Continua. Non vuole uscire dalla camera e pretende che io resti con lei, zoccola lardosa. Sono uscito tre volte, due per comprare le sigarette qui al tabaccaio dell’albergo e una per fare un giro a piedi, per prendere un po’ d’aria. Appena torno in camera mi controlla le tasche, mi perquisisce come se fossi in un cazzo di aeroporto. Dice che vado a puttane, e certo che ci vado! Voglio scopare qualcosa di umano ogni tanto.
China la testa e scola il bicchiere con gran talento.

Ti capisco amico mio, anche mia moglie scassa il cazzo e sai cosa mi aiuta ? Una serata come questa, passata con uno sconosciuto a bere ed a parlare.
Hai ragione, si sta davvero bene.
Già anche perché ti stai ubriacando gratis. Non lo dico ma lo penso.
Ma amico caro, almeno un giro permettimi di pagarlo. Che carino.
Certo ma concedimi prima un secondo al bagno.
Vai.
Non scappare.

Vado verso il bagno del ristorante.
Ai bagni del ristorante del Who, all’entrata per essere precisi, c’è questo bancone dove si vendono cose carine per l’igiene. Se ne occupa Gina.

Gina cara!
Che ci fai qui ?
Lavoro.
Chi è la vittima ?
Lo scozzese.
Viscido e schifoso. Cosa ha fatto ?
Ha picchiato una delle mie ragazze.
Pensa un po’, hai già qualcosa in mente ?
Certamente, ha per caso del rossetto ?
Certamente. Imita il mio modo di dire certamente, lo dico con l’accento francese perché è elegante.
Mettine un po’ più del solito ma prima dammi una penna.

Tiro fuori dalla tasca il biglietto da visita di Salieri mentre lei abbonda col rosso sulle labbra, scrivo: “Qui alle 23”.
Ora cara Gina, stampa un gran bel bacio su questo biglietto.

Torno dal caro Edward, beviamo e ridiamo per altri tre giri, si fa tardi, comincia ad avere paura, ricorda la vacca che lo aspetta in camera. Si alza barcollante, anche gli scozzesi hanno un limite.
Mi stringe la mano, lo saluto in maniera più calorosa, lo abbraccio e gli metto il biglietto da visita di Salieri in tasca. Non si accorge di nulla.

Se ne va, sale le scale e sparisce, mi son assicurato che gente del genere non torni più nella nostra grande città.

Peccato non poter essere lì quando la vacca troverà quel biglietto.

Slon

4 thoughts on “Quel tipo di sicurezza (parte 3)

  1. Bello il primo ed questo terzo niente male davvero, tra Doctor, Who e lo stereotipo dello scozzese per definizione sempre ubriacone e mi è piaciuto anche il commento sull’ accento francese che fa sempre “elegante” lol 😉

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