Concludere, oppure no.

Cargill chiuse le finestre e si allontanò camminando all’indietro per tenere lo sguardo diretto all’esterno. Le tendine impedivano di vedere fuori, e del resto essendo tarda sera c’era ben poco da poter vedere; ma i fuochi d’artificio illuminavano la stanza creando sporadici e fugaci frammenti di pieno giorno. I soliti festeggiamenti per la fine dell’anno. Cargill ne aveva odiato ogni istante, come succedeva ormai da lustri, e non nutriva molte speranze in possibile miglioramento nei dodici mesi a venire. Odiava il fatto che il tempo passasse e non capiva perchè un sacco di gente ne fosse invece così felice.
Ogni scoppio all’esterno era accompagnato dalla formazione di lunghe ombre sulle pareti, destinate a estinguersi in un istante. Cargill beveva sorsate di caffè lungo dalla sua tazza, addomesticata allo scopo, e le fissava annoiato. Lo infastidivano le luci, il chiasso, il clamore nella strada. Lo infastidivano l’anno che se ne andava e quello che arrivava. Non gli piaceva per la verità nemmeno il caffè che stava bevendo, a coronare quel momento di profonda mestizia. Era un comportamento tremendamente asociale, lo sapeva e non gli importava, e comunque non poteva farci nulla. “Se fossi in un romanzo di Dickens mi aspetterei di vedere apparire i fantasmi del capodanno passato, presente e futuro”, si disse. Ma non la trovò un’osservazione particolarmente arguta.
Riaprì la finestra e versò il resto del caffè da basso. Dal marciapiede salirono urla in risposta. Insulti, perlopiù. Cargill si sentì rinfrancato.
“Non rompete il cazzo, non era neanche troppo caldo” replicò. E se ne andò soddisfatto a dormire.

Opossum

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.