Sala d’attesa

Appena entri sembra accogliente, c’è quella luce rilassante dei lampioni che entra dal balcone e il neon sul tetto non disturba molto, sbatte sulle bianche pareti si amplifica e ti sembra di essere in un luogo pulito. Fai un passo deciso e superi la soglia, ti guardi intorno, ci sono le sedie disposte a quadrato attorno al muro, sono bianche, di plastica dura e già a vederle non sembrano comode. Al centro c’è questo tavolo, bianco pure lui e quanto abbassi lo sguardo per guardarti i piedi vedi che anche il pavimento è di un bianco marmo ed allora cominci a stancarti di tutto questo bianco.
L’impatto con la sedia è traumatico, dura e fredda, un brivido passa per tutta la schiena e per quei cinque secondi soffri.
Comincia l’attesa e visto che non c’è niente di meglio da fare dai un’occhiata approfondita alla sala d’attesa. Le mura viste meglio non sono tutto questo splendore, ci sono nere impronte di Converse, insetti spalmati, righe sul muro eredità degli schienali delle sedie. Meglio non mettere una mano sotto la sedia.
Abbassando di nuovo lo sguardo noti che il pavimento ha perso la sua lucentezza, ora è di un bianco opaco e sa di vecchio. Ti giri verso il balcone e sembra quasi di aver guardato qualcosa di diverso prima, quei vetri ora sembrano tenere fuori la calda luce arancione dei lampioni. Guardi gli altri nella stanza ed hanno la tua stessa espressione e di sicuro i tuoi stessi pensieri. Uno di loro guarda un orologio appesa alla parete sopra l’entrata, è sporco ed abbagliato dal fascio di luce del neon e non si distinguono ne le lancette ne i numeri. Puoi solo fare un’ipotesi su che ora sia, adocchiando le due sbiadite linee nere sotto la luce.
Passa, passa il tempo. Cominci a pensare alle cose che dovrai fare dopo, ovvero nessuna ma te le inventi sul momento per trovare qualcosa da fare.
Ti salta per la testa anche l’idea di parlare con gli altri, il problema è riuscire a sostenere una conversazione con degli estranei…e qui qualcuno risparmia molto sul bagnoschiuma e sul deodorante. Che fetore.
Prima almeno gli edifici puzzavano di sigaretta.
Ultima spiaggia pensi alla gente a casa, momenti divertenti come lo zio mentre racconta la barzelletta del ladrone appeso alla croce che si gira verso Gesù e gli dice: Oh, che Pasqua di merda quest’anno.
Ti viene a mente anche quella volta, quando ti disse che anelli e ditalini non vanno d’accordo.
Sorridi, passa ancora un po’ di tempo ma non è sufficiente.

Non mettere delle riviste in una sala d’attesa è uno dei peggiori crimini.

Slon

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